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Venerdì, 02 Gennaio 2015 13:47

È arrivato un treno carico di…

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Nella notte di Capodanno,
quando tutti a nanna vanno,
è in arrivo sul primo binario 
un direttissimo straordinario,
composto di dodici vagoni,
tutti carichi di doni…

Sul primo vagone, sola soletta,
c’è una simpatica vecchietta.
Deve amar molto la pulizia
perchè una scopa le fa compagnia…
dalla sua gerla spunta il piedino
di una bambola o di un burattino.  
“Ho tanti nipoti”, borbotta, “ma tanti! 
e se volete sapere quanti, 
contate tutte le calze di lana 
che aspettano il dono della Befana.” 

Secondo vagone, che confusione! 
Carnevale fa il pazzerellone: 
c’è Arlecchino, c’è Colombina, 
c’è Pierrot con la sua damina, 
e accanto alle maschere d’una volta 
galoppano indiani a briglia sciolta, 
sceriffi sparano caramelle, 
astronauti lanciano stelle 
filanti, e sognano a fumetti 
come gli eroi dei loro giornaletti. 

Sul terzo vagone 
viaggia la primavera 
col vento marzolino. 
Gocce ridono e piangono 
sui vetri del finestrino. 
Una rondine vola, 
profuma una viola… 
tutta roba per la campagna. 
In città, tra il cemento, 
profumano soltanto 
i tubi di scappamento. 

Il quarto vagone è riservato 
a un pasticcere rinomato 
che prepara, per la Pasqua, 
le uova di cioccolato. 
Al posto del pulcino c’è la sorpresa. 
campane di zucchero 
suoneranno a distesa. 

Un carico giocondo 
riempie il quinto vagone: 
tutti i fiori del monto, 
tutti i canti di maggio… 
buon viaggio! buon viaggio! 

Giugno, la falce in pugno! 
Ma sul sesto vagone 
io non vedo soltanto 
le messi ricche e buone… 
vedo anche le pagelle: 
un po’ brutte, un po’ belle, 
un po’ gulp, un po’ squash! 
ah, che brutta invenzione, 
amici miei, 
quei cinque numeri prima del sei. 

Il settimo vagone 
è tutto sole e mare: 
affrettatevi a montare! 
Non ci sono sedili, ma ombrelloni. 
Ci si tuffa dai finestrini 
meglio che dai trampolini. 
C’è tutto l’Adriatico, 
c’è tutto il Tirreno: 
non ci sono tutti i bambini… 
Ecco perchè il vagone non è pieno. 

Sull’ottavo vagone 
ci sono le città: 
saranno regalate 
a chi resta in città 
tutta l’estate. 
Avrà le strade a sua disposizione: 
correrà, svolterà, parcheggerà 
da padrone. 
A destra e a sinistra 
sorpasserà se stesso… 
ma di sera sarà triste lo stesso. 

Osservate sul nono vagone 
gli esami di riparazione. 
Severi, solenni come becchini… 
e se la pigliano con i bambini! 
Perchè qualche volta, per cambiare, 
non sono i grandi a riparare? 

Sul decimo vagone 
ci sono tanti banchi, 
c’è una lavagna nera 
e dei gessetti bianchi. 
Dai vetri spalancati 
il mondo intero può entrare: 
e’ un ottimo maestro 
per chi lo sa ascoltare. 

Sull’undicesimo vagone 
c’è un buon odore di castagne, 
paesi grigi, grigie campagne 
già rassegnate al primo nebbione, 
e buoni libri da leggere a sera 
dopo aver spento la televisione. 

Ed ecco l’ultimo vagone, 
è fatto tutto di panettone, 
ha i cuscini di cedro candito 
e le porte di torrone. 
Appena in stazione sarà mangiato 
di buon umore e di buon appetito. 
Mangeremo anche la panca 
su cui siede a sonnecchiare 
Babbo Natale con la barba bianca. 

GIANNI RODARI

Letto 2932 volte Ultima modifica il Lunedì, 05 Gennaio 2015 18:45

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